La resurrezione di “Susanin”

 

Nel contesto dei festeggiamenti per il “Giubileo dei Romanov”, avrà luogo un evento musicale unico: la rinascita di una straordinaria opera russa del compositore veneziano Catterino Cavos, che ebbe il suo battesimo scenico nel 1815 presso il Teatro Malyj di San Pietroburgo, vent’anni prima che Glinka componesse la sua opera “Una vita per lo zar”. L’epica del contadino russo, che sacrificò la propria vita per la nascita della nuova dinastia regnante russa, appare quanto mai importante nell’anno del quarto centenario dall’elezione a zar di Michail Fedorovič Romanov e dalla fine dei Torbidi in Russia.
Un’impresa che diede inizio a un’era nuova della storia russa. Dopo 160 anni di oblio, saremo i primi a riascoltare un monumento unico nella storia della musica, preludio a una originale tendenza dell’opera eroica russa che ha avuto i suoi continuatori in Glinka, Musorgskij, Rimskij-Korsakov, Borodin…
L’idea di resuscitare l’opera e riportarla sulle scene appartiene a Ivan e Julija Glazunov. Col finanziamento della Fondazione di San Basilio il Grande, nella persona di Konstantin Malofeev, e con la collaborazione del famoso compositore Georgij Dmitriev, che ha provveduto all’opera una nuova orchestrazione e redazione, nell’anno del giubileo è prevista l’uscita di un’incisione dell’opera in CD e si lavora alacremente sulla futura messinscena. Il progetto è condotto sotto la direzione degli artisti emeriti di Russia Ivan Glazunov e Petr Dmitriev e della regista Julija Glazunova.

 

Nota storica


Catterino Cavos (1777-1840), compositore veneziano, lavorò in Russia nella prima metà del XIX secolo e svolse un ruolo di primo piano nello sviluppo della musica russa. Il padre Alberto fu un famoso ballerino e coreografo, nonché impresario del Teatro La Fenice. Nel 1798 Catterino venne invitato a Pietroburgo dalla Direzione dei Teatri Imperiali come maestro di cappella dell’opera russa. Qui egli fu direttore d’orchestra, regista e pedagogo. In seguito, in qualità di direttore musicale, compose opere e balletti che contribuirono in modo essenziale alla nascita dell’opera nazionale russa. Sulla base di uno studio delle canzoni popolari e dei motivi del folclore, e con l’esperienza dell’opera italiana, Cavos compose l’ “Ivan Susanin”, capostipite dell’opera nazionale russa, fondamento di una tradizione musicale dal quale si sarebbero generate le geniali creazioni della cultura musicale nazionale (Glinka, Musorgskij, Borodin, Čajkovskij e altri). Per quarant’anni, fino al 1854, l’opera venne rappresentata con successo sulle scene dei principali teatri russi: il Kamennyj Teatr di San Pietroburgo e il Teatro Bol’šoj di Mosca. Cavos servì onorevolmente alla corte di tre imperatori: Paolo I, Alessandro I e Nicola I, e anche i suoi discendenti contribuirono alla gloria nazionale: il figlio Alberto fu accademico di architettura, costruì il Teatro Mariinskij di Pietroburgo e diresse la ricostruzione del Bol’šoj.
Dopo la comparsa sulle scene dell’opera del grande compositore Michail Glinka “Una vita per lo zar”, imperniata sul medesimo evento storico, l’ “Ivan Susanin” di Cavos uscì gradualmente dai repertori per cadere infine, immeritatamente, nell’oblio. Nostro obiettivo è di riscoprire e riconsiderare l’opera di uno straordinario compositore russo-italiano, di presentare al pubblico russo ed europeo una musica piena di significato e talento, che nessuno ha ascoltato da più di un secolo e mezzo. Vorremmo riprodurre l’atmosfera e l’aura dell’epoca, quando il XVIII secolo lasciò il posto all’Ottocento, che muoveva i primi passi. Un momento storico che vide la nascita della cultura musicale russa, ancor oggi nostro orgoglio nazionale.
L’opera è in due atti e ha una durata approssimativa di un’ora e mezza. Nello spettacolo agiscono cinque personaggi, orchestra e coro.
Al momento è in fase di ultimazione la registrazione su CD, eseguita da orchestra, coro e solisti del teatro “Novaja Opera” di Mosca. L’uscita è prevista per settembre 2013.
Per la prima rappresentazione dello spettacolo, nel 2014, verrà approntata una monografia dedicata alla biografia del compositore, alla storia dell’opera e al suo recupero. Contributi scientifici per l’edizione saranno opera di autori russi e italiani: il russista Alessandro Romano, la musicologa e specialista di Cavos Anna Giust, la storica del balletto e archivista Rita Zambon e altri.

 

 

La trama dell’opera

Il soggetto si basa sulla vicenda del contadino Ivan Susanin, che sacrificò la propria vita per salvare lo zar Michail Fedorovič Romanov.
L’azione si svolge nella provincia russa, nei pressi della città di Kostroma. Siamo nel 1612, nei possedimenti dei boiari Romanov. Dopo la liberazione della Russia dagli invasori polacchi, che avevano stretto alleanza con gli avversari interni dei Romanov, principali pretendenti al titolo di zar, il paese ritrova la pace e i giovani Maša e Matvej si preparano alle sospirate nozze. Ma il padre di Maša, Ivan Susanin, non è ancora tranquillo sulla sorte di Michail Fedorovič Romanov, proprietario della tenuta e suo padrone. I suoi timori si rivelano giustificati, poiché nel villaggio arriva un drappello di soldati nemici alla ricerca del giovane signore. Intuendo la loro intenzione di uccidere Michail Fedorovič, Ivan promette ai nemici di mostrare il cammino verso la tenuta padronale, ma in realtà conduce il drappello fuori strada nel folto del bosco, per dare tempo a Matvej di avvisare il boiaro del pericolo che lo minaccia. Dopo aver vagato nel bosco per tutta la notte, Ivan finge di essersi smarrito e di aver bisogno di chiedere informazioni. Conduce il drappello alla sua casa, dove i figli Maša e Aleksej lo attendono preoccupati. Matvej ancora non ha fatto in tempo a tornare con la notizia che lo zar si trova al sicuro. Susanin allora manda il figlioletto, facendolo uscire dalla finestra, consapevole di andare incontro a morte certa. Si congeda perciò dai figli mentre i nemici, spazientiti, irrompono nell’isba, riconoscendo Maša e accorgendosi così dell’inganno. Il loro tentativo di estorcere con la forza le informazioni necessarie si scontrano con l’opposizione di Ivan, il quale dichiara di essere pronto a rinunciare alla felicità e alla vita stessa pur di salvare lo zar e la patria. Matvej fa ritorno per difendere i congiunti, ma proprio quando i soldati sono pronti a farla pagare cara a Ivan, la guardia armata dei Romanov, avvisata dal piccolo Aleksej, fa irruzione nell’isba e cattura i nemici. Riconoscenti a Susanin per la sua prodezza, tutti gioiscono per la felice conclusione della vicenda. Lo zar e la patria sono salvi.

L’autore del libretto, principe Aleksandr Šaschovskoj (1777-1846), pone l’accento sull’importanza del sacrificio del popolo russo per la patria, della sua coesione contro il nemico in un momento critico della storia russa, che richiama la contingenza della vittoria contro Napoleone nel 1812.